Pubblicità nativa: cos’è e come utilizzarlo per fare soldi

native advertising

Ciao! Ti sei mai trovato a navigare online, magari leggendo un articolo o scorrendo un feed di notizie, e ti sei imbattuto in un contenuto che ti ha interessato particolarmente, solo per scoprire poi che era un annuncio pubblicitario?

Se la risposta è sì, allora hai già fatto esperienza di “pubblicità nativa”, anche se magari non ne conoscevi il nome. In questo articolo, ci tufferemo nel mondo della pubblicità nativa per capire cosa lo rende così efficace e come può influenzare la nostra percezione dei contenuti web. Preparati a scoprire i segreti di una delle strategie pubblicitarie più sottili e coinvolgenti del mondo digitale!

Che cos’è la pubblicità nativa?

La “pubblicità nativa” è una forma di pubblicità online che ha l’obiettivo di inserirsi in modo armonioso nell’ambiente circostante, mimetizzandosi con il contenuto originale del sito o della piattaforma su cui appare. In pratica, è una pubblicità che non “sembra” pubblicità, almeno non nel senso tradizionale del termine.

Ecco alcune caratteristiche chiave della pubblicità nativa:

  1. Integrazione Armoniosa: A differenza degli annunci display o banner che spesso interrompono la tua esperienza di navigazione,lal pubblicità nativa si integra in modo fluido con il contenuto che stai consumando. Questo lo rende meno invasivo e spesso più efficace.
  2. Formato Adattivo: Può assumere varie forme a seconda della piattaforma su cui appare. Su un sito di notizie, potrebbe apparire come un articolo sponsorizzato. Su una piattaforma di social media, potrebbe presentarsi come un post o un video promozionato.
  3. Etichettatura: Sebbene sia progettato per adattarsi al contenuto circostante, la normativa richiede chelal pubblicità nativa venga chiaramente identificato come tale. Quindi, dovresti vedere termini come “sponsorizzato”, “promosso” o “pubblicità” affinché i consumatori siano consapevoli della natura promozionale del contenuto.
  4. Focalizzato sul Contenuto: A differenza di molte altre forme di pubblicità, la pubblicità nativa spesso offre un valore aggiunto al pubblico, come informazioni utili, intrattenimento o storie coinvolgenti.

La pubblicità nativa ha guadagnato popolarità perché tende ad avere tassi di clic (CTR) più elevati rispetto ad altre forme di pubblicità digitale. Questo è in parte dovuto al fatto che si fonde così bene con il contenuto organico circostante. Tuttavia, è fondamentale che le aziende lo utilizzino in modo etico e trasparente, garantendo che i consumatori siano sempre in grado di distinguere tra contenuto sponsorizzato e non sponsorizzato.

Quando nasce la pubblicità nativa?

Il concetto di “pubblicità nativa” come lo conosciamo oggi è relativamente recente e si è sviluppato con l’ascesa di internet e dei media digitali. Tuttavia, la sua essenza, cioè quella di integrare la pubblicità nel contenuto in modo che sembri meno invasiva o persino indistinguibile, ha radici molto più antiche.

Gli albori della pubblicità nativa possono essere rintracciati nei “advertorials” (unione delle parole “advertisement” e “editorial”) che sono comparsi su giornali e riviste nel XX secolo. Gli advertorials erano articoli scritti e presentati come contenuti editoriali, ma avevano lo scopo principale di promuovere un prodotto o un servizio.

Con l’avvento della televisione, abbiamo visto qualcosa di simile nei programmi sponsorizzati. Ad esempio, nei primi giorni della TV, interi spettacoli venivano spesso sponsorizzati e prodotti da singole aziende, e questi spettacoli potevano includere messaggi promozionali o prodotti integrati nella trama stessa dello spettacolo.

Tuttavia, il termine “pubblicità nativa” ha iniziato a guadagnare trazione e ad assumere il suo significato moderno con la crescita dei media digitali, in particolare con le piattaforme di social media e i siti di notizie online nel XXI secolo. Con l’ascesa di piattaforme come Facebook, Twitter e BuzzFeed, gli inserzionisti hanno cercato modi per raggiungere il pubblico in modi meno invasivi e più coinvolgenti, portando al boom della pubblicità nativa come lo conosciamo oggi.

In sintesi, mentre il concetto di mescolare pubblicità e contenuto esiste da molto tempo, il termine e l’approccio moderno della “pubblicità nativa” sono emersi negli ultimi decenni con l’evoluzione dei media digitali.

Come fare pubblicità nativa?

Realizzare una campagna di pubblicità nativa efficace richiede una pianificazione strategica, una comprensione profonda del tuo pubblico e un contenuto di alta qualità che fornisca valore. Ecco una guida step-by-step su come avvicinarsi alla pubblicità nativa:

  1. Definisci il tuo Pubblico: Prima di tutto, devi sapere a chi ti stai rivolgendo. Quali sono le loro esigenze, interessi e comportamenti online? Usa queste informazioni per creare contenuti che risuonino con loro.
  2. Scegli la Piattaforma Giusta: Ogni piattaforma ha un tipo di pubblico e un formato di contenuto preferito. Ad esempio, se il tuo pubblico target è giovane, potresti considerare piattaforme come Instagram o TikTok. Se stai cercando professionisti, LinkedIn potrebbe essere la scelta migliore.
  3. Crea Contenuti di Qualità: Il tuo annuncio dovrebbe fornire valore, sia che si tratti di informazioni, intrattenimento o ispirazione. Deve anche sembrare organico e autentico nella piattaforma su cui viene mostrato. Utilizza formati come storie, video, infografiche o articoli, a seconda di ciò che è più adatto al tuo messaggio e al tuo pubblico.
  4. Etichetta Chiaramente: Anche se il tuo annuncio dovrebbe integrarsi con il contenuto circostante, deve anche essere chiaramente identificato come pubblicità. Questo non solo è richiesto per legge in molti paesi, ma è anche una pratica etica che assicura trasparenza con il tuo pubblico.
  5. Ottimizza per la Mobile: Molti utenti consumano contenuti principalmente sui dispositivi mobili. Assicurati che la tua pubblicità nativa sia ottimizzato per una visualizzazione mobile, con immagini di alta qualità e testo leggibile.
  6. Monitora e Adatta: Utilizza strumenti di analisi per monitorare le prestazioni del tuo annuncio. Guarda le metriche come il tasso di clic, il tempo trascorso sulla pagina e le conversioni. Utilizza queste informazioni per ottimizzare le tue campagne future.
  7. Mantieni l’Autenticità: Uno degli errori più comuni nella pubblicità nativa è cercare di “ingannare” il pubblico. La chiave del successo nella pubblicità nativa non è ingannare, ma piuttosto fornire valore in un formato che risuoni con il pubblico.
  8. Collabora con Influencer: Una strategia efficace può essere quella di collaborare con influencer che hanno una forte presenza sulla piattaforma che stai targettizzando. Possono aiutare a dare autenticità e risonanza al tuo messaggio.
  9. Rispetta le Linee Guida della Piattaforma: Ogni piattaforma ha linee guida specifiche per gli annunci nativi. Familiarizza con queste regole e assicurati di rispettarle.
  10. Valuta Continuamente: Il panorama digitale è in continua evoluzione. Ciò che funziona oggi potrebbe non funzionare domani. Continua a educarti sulle ultime tendenze e adatta la tua strategia di conseguenza.

pubblicità nativa, quando fatto correttamente, può essere un modo incredibilmente efficace per connettersi con il tuo pubblico. Tuttavia, richiede una comprensione profonda del tuo pubblico, una messaggistica autentica e contenuti di alta qualità.

Cos’è un articolo native?

Un “articolo native”, noto anche come “native content” o “branded content”, è un tipo di contenuto redazionale creato o commissionato da un inserzionista con l’intenzione di promuovere un brand, un prodotto o un servizio, ma fatto in modo che si integri armoniosamente con il contenuto standard di una piattaforma o di un sito web. L’obiettivo è che l’articolo native offra valore ai lettori in termini di informazioni, intrattenimento o ispirazione, proprio come un normale articolo editoriale.

Ecco alcune caratteristiche degli articoli native:

  1. Integrazione: Si presenta come un contenuto naturale sulla piattaforma. Ad esempio, su un sito di notizie, un articolo native potrebbe apparire come un normale articolo di giornale.
  2. Fornisce Valore: Anche se l’obiettivo finale è promuovere un brand o un prodotto, un buon articolo native dovrebbe prima di tutto fornire un valore reale al lettore. Questo potrebbe essere sotto forma di consigli utili, storie interessanti, informazioni rilevanti o qualsiasi altro contenuto che il pubblico della piattaforma potrebbe trovare utile o coinvolgente.
  3. Chiaramente Etichettato: Importante è che, pur mimetizzandosi con il contenuto organico, un articolo native sia chiaramente etichettato come “sponsorizzato”, “promosso” o simili, in modo che i lettori siano consapevoli della natura promozionale del contenuto.
  4. Coinvolgente: Mentre un annuncio tradizionale può essere breve e diretto al punto, un articolo native ha spesso una struttura narrativa, con un inizio, uno sviluppo e una conclusione, rendendolo più simile a un contenuto editoriale tradizionale.

Gli articoli native sono diventati sempre più popolari nelle strategie di marketing online perché permettono alle marche di connettersi con il pubblico in un modo più sottile e meno invasivo rispetto alla pubblicità tradizionale. Quando realizzato correttamente, un articolo native può aumentare la consapevolezza del brand e la fiducia dei consumatori, fornendo al contempo contenuti di valore che arricchiscono l’esperienza dell’utente.

Cos’è una campagna native?

Una “campagna native” si riferisce a un insieme coordinato di contenuti pubblicitari che sono creati per adattarsi e integrarsi fluidamente nell’ambiente dei media in cui vengono presentati, piuttosto che apparire come annunci esterni o estranei. In altre parole, questi contenuti promozionali sono “nativi” alla piattaforma o al sito su cui appaiono, da cui il termine “native”.

Caratteristiche di una campagna native:

  1. Integrazione con il Contenuto: Gli annunci di una campagna native sono progettati per sembrare e sentirsi come il contenuto organico della piattaforma su cui sono presentati. Ad esempio, su un sito di notizie, potrebbero apparire come articoli editoriali; su una piattaforma di social media, potrebbero apparire come post regolari.
  2. Coerenza Estetica: Una campagna native mantiene una coerenza visiva con il resto del contenuto della piattaforma. Questo significa che rispetterà lo stile, il formato e il tono del contenuto circostante.
  3. Etichettatura Trasparente: Anche se una campagna native è progettata per adattarsi al suo ambiente, deve essere chiaramente etichettata come contenuto promozionale. Questo può essere fatto attraverso termini come “sponsorizzato”, “promosso”, “in collaborazione con” o simili.
  4. Valore Aggiunto per l’Utente: Una buona campagna native non solo promuove un prodotto o un servizio, ma offre anche valore ai consumatori, che può manifestarsi come informazione, intrattenimento, educazione o ispirazione.
  5. Orientata ai Risultati: Come ogni campagna pubblicitaria, una campagna native è progettata con obiettivi specifici in mente, che possono includere l’aumento della consapevolezza del brand, il coinvolgimento dell’utente, le conversioni o altri KPI (Key Performance Indicators).

Esempio:
Immagina un’azienda che produce scarpe da trekking e vuole promuovere un nuovo modello. Invece di creare un annuncio banner tradizionale, l’azienda potrebbe collaborare con un popolare blog di viaggi per produrre un articolo intitolato “I 10 migliori sentieri per il trekking quest’estate”. L’articolo potrebbe presentare dettagliatamente ogni sentiero e, naturalmente, menzionare e mostrare le nuove scarpe da trekking in azione, consigliandole come la scelta ideale per questi sentieri. Questo articolo sarebbe un esempio di contenuto di una campagna native.

Il successo delle campagne native risiede nella loro capacità di catturare l’attenzione dei consumatori in modo non invasivo, offrendo contenuti rilevanti e di valore in contesti in cui i consumatori sono già attivamente impegnati.

Cosa sono i formati native?

I “formati native” sono i diversi tipi di contenuti pubblicitari che sono progettati per adattarsi e integrarsi nel contesto del mezzo o della piattaforma su cui vengono presentati, mimetizzandosi con il contenuto organico circostante. Questi formati sono studiati per offrire un’esperienza meno invasiva e più coinvolgente per l’utente rispetto alla pubblicità tradizionale. Ecco alcuni dei formati native più comuni:

  1. Articoli Sponsorizzati: Questi sono articoli che appaiono su siti di notizie o blog, che somigliano a contenuti editoriali standard ma sono creati per promuovere un brand o prodotto. Vengono solitamente etichettati come “sponsorizzati” o “promossi”.
  2. Post Sponsorizzati sui Social Media: Sono contenuti promozionali che appaiono nelle feed degli utenti su piattaforme come Facebook, Instagram, Twitter o LinkedIn. Anche se sono chiaramente segnalati come “sponsorizzati”, sono formati per assomigliare a post organici.
  3. Video Native: Questi sono video che sono incorporati in un sito web o in una piattaforma in modo che sembrino parte del contenuto normale. Ad esempio, un video sponsorizzato su una piattaforma come YouTube potrebbe essere presentato come un tutorial o una recensione di prodotto.
  4. Widget di Contenuti Consigliati: Spesso trovati alla fine di articoli su siti di notizie o blog, questi widget mostrano una lista di “articoli consigliati” che potrebbero includere sia contenuti organici che sponsorizzati. Piattaforme come Taboola o Outbrain offrono questo tipo di servizio.
  5. Annunci In-feed: Questi annunci appaiono all’interno del flusso naturale del contenuto di un sito web o di un’app. Ad esempio, un annuncio in-feed su un sito di e-commerce potrebbe mostrare prodotti sponsorizzati in mezzo a una lista di prodotti organici.
  6. Annunci di Ricerca Sponsorizzata: Questi sono risultati di ricerca pagati che appaiono in cima o accanto ai risultati di ricerca organici su piattaforme come Google o Bing. Anche se sono chiaramente etichettati come “annunci”, sono progettati per assomigliare ai risultati di ricerca organici.
  7. Annunci Display Native: Sono annunci visuali che si adattano al design e al formato del sito web su cui vengono visualizzati, offrendo un aspetto meno invasivo rispetto agli annunci display tradizionali.
  8. Annunci di Prodotti Sponsorizzati: Comuni su piattaforme di e-commerce come Amazon, questi sono prodotti che vengono messi in evidenza grazie a una sponsorizzazione, ma che si integrano nel normale elenco di prodotti disponibili.

Il denominatore comune di tutti questi formati è la loro capacità di offrire contenuti pubblicitari in un modo che sembri naturale e coerente con l’esperienza dell’utente, riducendo la sensazione di “interruzione” tipica della pubblicità tradizionale.

Cosa vuol dire native in italiano?

In italiano, la parola “native” viene spesso tradotta come “nativo” o “autoctono”. La parola “nativo” può riferirsi a qualcosa o qualcuno che è originario di un particolare luogo o ambiente.

Nel contesto della tecnologia e della pubblicità (come nella “pubblicità nativa” o nelle “app native”), il termine “native” viene spesso mantenuto in inglese per indicare qualcosa che è progettato specificamente per un determinato ambiente o piattaforma, integrandosi perfettamente con esso.

Ad esempio:

  • App Native: Sono applicazioni sviluppate per funzionare su un particolare sistema operativo, come Android o iOS, sfruttando al meglio le caratteristiche e le capacità di quel sistema.
  • Pubblicità nativa: Come abbiamo discusso in precedenza, si riferisce a contenuti pubblicitari che si integrano armoniosamente con il contenuto organico di una piattaforma o di un sito web.

In generale, quando si sente “native” in un contesto italiano, è importante considerare il contesto specifico per determinare la traduzione o l’interpretazione più appropriata.

Esempi pubblicità nativa

La pubblicità nativa, essendo una forma di pubblicità che si integra con il contenuto organico di una piattaforma, può manifestarsi in molti modi. Ecco alcuni esempi concreti di pubblicità nativa

  1. Articoli Sponsorizzati: Un brand potrebbe pagare un sito di notizie o un blog popolare per scrivere e pubblicare un articolo che tratta di un argomento correlato al brand, ma che offre anche un valore informativo o d’intrattenimento al lettore. Ad esempio, una compagnia aerea potrebbe sponsorizzare un articolo su “I 10 luoghi più sottovalutati da visitare in Europa”, con brevi menzioni dei propri voli verso quelle destinazioni.
  2. Post sui Social Media: Un post sponsorizzato su Instagram da una marca di abbigliamento che mostra un influencer indossare i loro nuovi vestiti mentre fa una particolare attività, come trekking o yoga.
  3. Video Native: Un’azienda di elettronica potrebbe collaborare con un popolare Youtuber tecnologico per creare una “recensione” del loro ultimo smartphone, evidenziando le sue caratteristiche principali.
  4. Widget di Contenuti Consigliati: Dopo aver letto un articolo su un sito di notizie, potresti vedere un widget che mostra “Articoli Consigliati” e uno di questi potrebbe essere un contenuto sponsorizzato da un brand, come un articolo su “Come dormire meglio” sponsorizzato da un’azienda di materassi.
  5. Storie Sponsorizzate su Snapchat o Instagram: Un brand potrebbe creare una serie di “storie” su Snapchat o Instagram che mostrano l’uso dei loro prodotti in vari contesti, come una marca di cosmetici che mostra un tutorial di trucco.
  6. Annunci In-feed: Su un’app di ricette, tra le varie ricette organiche, potresti trovare una ricetta “sponsorizzata” da un brand di utensili da cucina, mostrando come utilizzare il loro nuovo frullatore.
  7. Annunci di Ricerca Sponsorizzata: Ricerca un tipo di prodotto su Google, e uno dei primi risultati potrebbe essere un annuncio sponsorizzato da un brand correlato, che però si presenta come un risultato di ricerca normale (con una piccola etichetta che indica che è sponsorizzato).
  8. Podcast Sponsorizzati: Un episodio di un podcast potrebbe iniziare con un breve segmento in cui l’host parla delle virtù di un prodotto o servizio, raccontando in modo conversazionale la propria esperienza personale con esso.

Questi sono solo alcuni esempi delle molte forme che la pubblicità nativa può assumere. La chiave del suo successo è l’abilità di offrire contenuti che siano rilevanti e di valore per il pubblico, integrandosi allo stesso tempo in modo fluido con il contenuto organico circostante.

Quali sono i vantaggi della pubblicità nativa?

La pubblicità nativa ha guadagnato popolarità nel panorama del direct response marketing per diversi motivi. Ecco alcuni dei principali vantaggi della pubblicità nativa:

  1. Maggiore Coinvolgimento: Poiché la pubblicità nativa è progettata per integrarsi con il contenuto circostante, tende a essere meno invasiva e, di conseguenza, può generare un maggiore coinvolgimento da parte degli utenti.
  2. Meno Percettibile Come Pubblicità: Gli annunci nativi sono meno probabili di essere ignorati o bloccati dagli utenti, poiché si fondono con il contenuto organico e non vengono percepiti immediatamente come pubblicità.
  3. Aumenta la Consapevolezza del Brand: Poiché gli annunci nativi spesso forniscono contenuti di valore, possono aiutare a costruire una percezione positiva del brand e aumentare la consapevolezza tra il pubblico.
  4. Migliore Esperienza Utente: Offrendo contenuti rilevanti e di valore in un formato non intrusivo, la pubblicità nativa può migliorare l’esperienza complessiva dell’utente su un sito web o una piattaforma.
  5. Tassi di Clic Superiori: Numerose ricerche hanno mostrato che gli annunci nativi tendono ad avere tassi di clic (CTR) più alti rispetto agli annunci display tradizionali.
  6. Potenziale di Viralità: Se ben fatto, un contenuto pubblicitario nativo può essere condiviso e diffuso attraverso i canali dei social media, raggiungendo un pubblico ancora più ampio senza costi aggiuntivi.
  7. Adattabilità: Gli annunci nativi possono essere adattati e personalizzati in base alla piattaforma, al dispositivo e al pubblico, garantendo così una maggiore rilevanza e pertinenza.
  8. Combatte la “Cecità Banner”: Gli utenti online sono diventati sempre più abituati a ignorare gli annunci banner tradizionali, un fenomeno noto come “banner blindness”. La pubblicità nativa supera questo ostacolo presentando contenuti in un formato meno riconoscibile come pubblicità.
  9. Ottimale per Mobile: Con l’aumento dell’uso dei dispositivi mobili, la pubblicità nativa offre una soluzione ideale, poiché si adatta meglio ai piccoli schermi e offre un’esperienza utente più fluida.
  10. Dati e Analisi: Le piattaforme che offrono soluzioni di pubblicità nativa forniscono spesso strumenti analitici dettagliati che aiutano le aziende a monitorare le prestazioni e a ottimizzare le loro campagne.

Tuttavia, è essenziale che le aziende approccino la pubblicità nativa con integrità, garantendo che gli annunci siano chiaramente etichettati come contenuto sponsorizzato e fornendo sempre valore agli utenti, per mantenere la fiducia e l’engagement del pubblico.

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